Val d’Astino in Bergamo

Val d’Astino in Bergamo

Primavera, tempo del risveglio e stagione della rinascita. E’ sempre l’occasione per scoprire, e riscoprire, deliziosi scorci naturali sui sentieri a due passi da casa, quelli tortuosi che risalgono il Parco dei Colli. Ripartire da quel verde polmone cittadino, anticamera delle mie amate Orobie, che pian piano mi riporterà, col passare dei giorni, sulle più alte cime che, le vedo tutt’attorno, si mostrano ancora abbondantemente innevate.

E’ anche l’occasione, dopo la bianca e fredda stagione invernale, per stuzzicare tutti e cinque i sensi e risvegliarli, pure loro, con gli eccentrici colori dei primi fiori di prato il cui dolce profumo serpeggia nell’aria, con quel dolce cinguettare che annuncia l’arrivo dei primi coraggiosi passeri mentre qualche anziano signore, dai rovi che risalgono quei piacevoli muri a secco, raccoglie con mano i primi luvertìn, deliziosi in cucina con frittate e minestre. Che dolce nostalgia il ricordo di mio nonno che un tempo lontano li raccoglieva per me…

L’itinerario è il classico giro ad anello che risale le alture collinari di Mozzo ed attraversa il Bosco dell’Allegrezza per concludersi poi al punto di partenza: la deliziosa Val d’Astino, quel modesto avvallamento che risale il versante occidentale dei colli e coccola al suo interno l’omonimo monastero benedettino.

Un solo rammarico: mentre la primavera è tempo di risvegli dopo il lungo sonno invernale, pare che qui ruspe e cantieri non abbiamo mai chiuso occhio ed il loro urlo di vendetta contro il delicato equilibrio vitale di quel polmone verde la faccia da padrone. Proprio qui, nel parco dei Colli che, dicono – a parole – vanti leggi severe per la sua tutela e sopravvivenza. A ciò s’aggiunge che, di contro, nulla è meno interessante del decadere di patrimoni come la Villa Bagnada e le rovine del Castello dell’Allegrezza come pure l’ultimo fievole soffio di vita dell’antica frasca: la Cà Moroni. Qui, nel parco dei Colli, pare sia più interessante edificare che preservare!

Descrizione del percorso

Il piacevolissimo giro ad anello attraverso quest’area del Parco dei Colli, che per la modesta quota è sconsigliato nel caldo periodo estivo, ha inizio dalla via Astino in Bergamo, all’altezza del bivio con la via Madonna del Bosco, ove, lasciata l’autovettura, imbocchiamo a piedi lungo quest’ultima strada che, prima pianeggiante e poi in leggera salita, ci permette di giungere sino all’omonima chiesa.

Abbandonata la via Madonna del Bosco in corrispondenza della chiesa, pieghiamo a sinistra per incamminarci lungo la via Castello Presatti. Ad inizio della via possiamo già far rifornimento d’acqua alla fresca fontana. Proseguiamo mantenendoci sempre su via Castello Presatti che, verso il termine, diventerà più stretta e sterrata per poi sbucare su via Borghetto di Mozzo che seguiremo lasciando a sinistra la via che scende verso Longuelo. Fiancheggiato il centro di recupero funzionale (ex Ospedale di Mozzo), continuiamo su via Borghetto sino a via Castello che seguiremo in salita piegando a destra. Più si sale e più il panorama diviene ampio ed invidiabile.

Val d'Astino, Bergamo
Val d’Astino, Bergamo

Dopo un tratto di salita, la via Castello diviene pianeggiante sovrastando bellissimi vitigni e, raggiunto il punto in cui la strada comincia a scendere, abbandoniamo la via Castello per piegare nettamente a destra imboccando il largo sentiero 805 CAI che si immette nel fitto e fresco bosco. Poco oltre, raggiunto il primo bivio sentieristico, pieghiamo a sinistra per raggiungere in poco più di dieci minuti la cima del Monte Gussa (segnavia 807 CAI) sulla quale è presente la croce metallica posata dagli Alpini di Mozzo.

Torniamo al precedente bivio sentieristico e pieghiamo a sinistra per raggiungere in breve alla maestosa Villa Bagnada, ormai ridotta malamente. Nonostante la modesta quota, il panorama sulla città di Bergamo ed oltre è davvero molto apprezzabile.

Ripariamo mantenendoci sempre su via Bagnada che, lasciata alle spalle l’omonima villa, diviene nuovamente asfaltata. In lieve discesa raggiungiamo la via Madonna del Bosco che sale da destra e, attraversata, ci immergiamo nel fitto bosco dell’Allegrezza. Ora il percorso si snoda sul classico e facile sentiero che pian piano perde quota, sino al bivio sentieristico che indica verso destra la direzione per il Castello – Cascina dell’Allegrezza. In breve possiamo raggiungerlo anche se di quell’opera rimangono ormai solo le poche pareti che cadono a pezzi. Peccato!

Ritorniamo indietro sino al precedente bivio e seguiamo ancora in discesa il sentiero che successivamente si immette sulla strada asfaltata di via Allegrezza. Percorriamo quest’ultima via con bel panorama su tutta la piana coltivata che da inizio alla val d’Astino sino a raggiungere l’omonimo Monastero Benedettino, oggi in fase di totale ristrutturazione.

Val d'Astino, Bergamo
Val d’Astino, Bergamo

Raggiunta la strada acciottolata di via Astino, pieghiamo a sinistra risalendo la ripida strada che volge verso Città Alta. Proseguiamo sempre in salita alzandoci pian piano sulla bellissima Val d’Astino e, giunti nella parte terminale dell’omonima via, pieghiamo a destra imboccando via Sudorno. Seguiamola fiancheggiando la “Casa Madre Clelia”, sino a raggiungere la scaletta di Ripa Pasqualina che, seguita in discesa, ci riporterà al punto di partenza.

Gallery fotografica

Tracciato GPS
Download file: 20140415-valle-astino.gpx
Scheda sintetica
Data dell’escursione 15 Aprile 2014
Località di partenza Bergamo, via Astino
Sentieri utilizzati 805 e 807 CAI, per brevi tratti
Tempi di percorrenza 3 ore circa (ad anello)
Altitudine massima 390 metri del Monte Gussa
Attrezzatura Da escursionismo
Difficoltà T (Turistico)
Acqua sul percorso Si
Note Periodo consigliato primavera, autunno e inverno

Cristian

Adoro la montagna, risalire lentamente i suoi ripidi versanti, percorrere quei tortuosi sentieri tra fitti boschi ed ampie distese prative. Adoro tutto ciò che l'avvolge e la rende speciale: curiosi animali e coloratissimi fiori, antichi borghi e cadenti cascine abbandonate, il soffio del vento che fischia ai valichi tanto quanto la neve che - candida - cade lentamente, un improvviso temporale tanto quanto l'alba ed il tramonto. Con la fotografia m'illudo di rubare l'emozione di quel momento vissuto sui monti, un'emozione che però porterò sempre con me!

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