Ciaspolata in Alta Lessinia
Dopo ben due ore di strada, Camposilvano si presenta quasi fosse ancora nella sua veste estiva mentre, invece, ci troviamo nel bel mezzo dell’inverno, purtroppo l’ennesimo avaro di neve. Ma basta poco, occorre solo lasciar correre la strada che serpeggia soleggiata fra le dune erbose che caratterizzano quest’angolo di Lessinia. Basta proprio poco! Ora è un susseguirsi di malghe: Parparo di Sopra, Contrada Bosco, Malga Malera, Malga Campegno ed infine Malga San Giorgio, dove parcheggio. Mi basta aprire la portiera dell’auto ed ecco, d’improvviso, spalancarsi, in tutto il suo splendore, il tanto atteso inverno nevoso.
Descrizione del percorso
Lasciata l’autovettura nell’ampio parcheggio di Malga San Giorgio, imbocchiamo la sterrata che si allunga verso nord, in direzione delle Malghe Gaibana e San Nazaro. Lasciamo così alle spalle un altro discutibile imbruttimento del territorio con la costruzione di palazzine che nulla c’entrano con l’ambiente alpino.
La sterrata prosegue in falsopiano sino a Bocca di Gaibana dove, finalmente, il sipario si spalanca sullo splendido gruppo del Carega.
Abbandonata la sterrata, risaliamo verso destra il versante pascolivo cinto all’estremo dalla recinzione in filo spinato. Lasciato alle spalle un altare e la galleria sotterranea della Grande Guerra, raggiungiamo la recinzione e seguiamola sino al culmine del primo dosso nevoso.
Camminando sempre di fianco alla recinzione, scendiamo il versante opposto e riprendiamo la salita sul secondo dosso nevoso che in breve ci consente di raggiungere la vetta del monte Sparavieri, a quasi 1800 metri di altitudine.
Scendiamo ora verso sud ovest ed intercettiamo il sentiero, ben segnalato da cartelli, destinato ai pedoni. Il percorso prosegue fiancheggiando alto la pista da fondo, lasciandoci ammirare l’immenso panorama che si estende sino al monte Baldo.
Teniamo la sinistra ed imbocchiamo l’ennesima salita che ci permette di raggiungere la cima di Monte Tomba con l’accogliente rifugio Primaneve presso il quale è consigliata la sosta per il pranzo. Poco distante troviamo la chiesetta di San Valentino.
La discesa avviene seguendo la traccia della motoslitta dei rifugisti che scende sino al Passo del Branchetto dal quale, seguendo per un breve tratto la strada asfaltata, possiamo far ritorno al punto di partenza.