Sentiero alle Fantasme sulla Corna Lunga
Chi frequenta la montagna sa bene che per raggiungere una vetta esistono sempre diverse vie di salita, più o meno facili e di diverso impegno fisico (…e tecnico). Un po’ come nella vita – dove la montagna è innegabilmente fonte di insegnamento – esistono strade diverse per conseguire uno stesso obiettivo.
La Corna Lunga, nel suo piccolo, non si sottrae a questo destino e le sue vie di salita variano dal facile, e a volte monotono, segnavia 563 CAI a quello più impegnativo denominato “delle scale” che, invece, risale un tratto di gradoni scolpiti nella viva roccia. Ne esistono poi altri, a volte più lunghi, che con estrema dolcezza risalgono i verdeggianti prati di Possimo oppure altri che, attraversata un’ombrosa forra, sbucano sulla soleggiata piana del Campo d’Avene e quindi alla Corna Lunga.
C’è n’è uno, poi, il cui nome pare uscito da una sinistra leggenda popolare: è il “sentiero alle Fantasme”. E per non smentire questo suo appellativo, presenta un primo tratto davvero da brivido. Il forte palpitar del cuore non dura molto però, almeno sino “alle Fantasme” ovvero quei due solitari e sinistri pinnacoli che, severi ed imponenti dal basso, ritroviamo nella prima parte del lungo sentiero in cresta che conduce sino alla Corna Lunga. Un lungo sentiero attrezzato nei tratti più esposti che mai mollerà il fil di cresta e che, lasciate alle spalle le solitarie “Fantasme”, farà nuovamente palpitare il nostro cuore, ora solo per la ripida ascesa che ci attende prima della vetta.
Descrizione del percorso
Come per la Camminata alla Corna Lunga del primo maggio scorso, anche questo itinerario prende il via dal Santuario Madonna della Torre in Sovere dove, parcheggiata l’autovettura, imbocchiamo la strada asfaltata e poi sterrata che in una decina di minuti ci porta sino alla Cascina Valle del Monte, vero punto di partenza dell’escursione. Qui, imbocchiamo il sentiero 563 CAI che con moderata pendenza arriva sino alla “Stretta di Cudegn” dove troviamo l’unita indicazione del nostro sentiero: una pioda sulla quale troviamo scritto: “alle Fantasme Creste di Cornalunga“. Pertanto, riposti nello zainetto i nostri bastoncini telescopici, abbandoniamo la facile traccia, che proseguirebbe pianeggiante, per risalire le facili roccette alla nostra destra. Il sentiero è parecchio ripido e in questo primo tratto l’uso delle mani è quasi sempre obbligato. Risaliamo sempre a fil di cresta sino ai torrioni delle Fantasme, questi due isolati pinnacoli rocciosi che emergono sopra la fitta zona boschiva. In breve raggiungiamo uno dei due speroni rocciosi che aggirato sulla destra ci permette di giungere nel tratto attrezzato con catene: un breve obliquo e quindi il punto più esposto dell’itinerario che termina poi nella piega boschiva. Risaliamo ora lungo la traccia di sentiero seguendo sempre i bolli rossi e, usciti dal bosco, raggiungiamo la banderuola in metallo che ci consente di sostare alcuni minuti e godere dell’immenso panorama.
Manca ancora un bel po’! Ma, ripartiti con maggior vigore, risaliamo il sentiero mantenendoci sempre a filo di cresta. Ora il tratto che ci divide dalla Corna Lunga si fa meno impegnativo seppur non accenna a diminuire la sua pendenza.
Raggiunta la Corna Lunga non resta altro che fermarci per contemplare l’infinito panorama ed approfittare per lasciare un segno del nostro passaggio sul libro di vetta riposto sulla base della croce metallica.
Ripartiti dopo la meritata sosta, manteniamoci sul lungo sentiero in cresta, ora pressochè pianeggiante, che prosegue sino al punto in cui piega verso l’interno del fitto bosco, un incanto di luogo dove primeggia il manto verdeggiante del muschio. Raggiunto il bivio sentieristico, lasciata a sinistra la direzione per la Malga Lunga, pieghiamo a destra sino a raggiungere la non lontana Baita Monte Alto, altro balcone panoramico sul versante della Val Gandino e sulla sottostante piana del Campo d’Avene.
Lasciata alle spalle la Baita Monte Alto, ci dirigiamo ora verso la Malga Lunga che possiamo raggiungere attraverso il sentiero 545A CAI oppure attraverso la facile mulattiera che, pian piano, con qualche ampio tornante, scende gradualmente sino a riprendere il segnavia 545 CAI e quindi raggiunge uno dei luoghi simbolo della lotta partigiana.
Per far ritorno al punto di partenza possiamo proseguire con un ampio giro ad anello che passa per i prati di Possimo oppure, molto velocemente, scendere direttamente nel bosco e seguire il segnavia 563 CAI.