Borgo di Nesolio ad anello

Borgo di Nesolio ad anello

Dicembre 2012: un piccolo passo indietro, sino all’autunno scorso. Sempre sui sentieri della Valle San Martino, stavolta nella zona occidentale quella che più si avvicina al lecchese. Un piccolo passo indietro che porta lontano nel tempo, ad almeno quarant’anni fa quando nel piccolo borgo di Nesolio, abbarbicato ai piedi del versante nord del Monte Ocone, abitavano ben 30/40 famiglie. Allora la vita di quei 200 abitanti girava attorno alla castagna: la raccolta attraverso la perticatura e poi l’essicatura. Castagne che davano lavoro, cibo e vita.

Oggi Nesolio è sull’orlo del totale abbandono e il tanto propagandato recupero edilizio pare ormai lasciato nel dimenticatoio, messo al bando da una crisi economica che colpisce “partendo dal basso”. A Nesolio vi abitano oggi stabilmente solo due persone, Roberto e Stella. La loro è una scelta di vita che contrappone l’isolamento del borgo al perenne contatto con la natura, gli animali che popolano il fitto bosco che si estende alle spalle dell’abitato ed il fascino dei silenzi che avvolgono quell’altura che domina la valle ma che a sua volta è dominata dalle montagne circostanti.

Descrizione del percorso

L’anello di Nesolio ha come punto di partenza l’abitato di Erve, precisamente la piazzetta che precede la via cimitero. Qui, parcheggiata l’autovettura, iniziamo il cammino su strada asfaltata sino a raggiungere il camposanto. Imbocchiamo ora il sentiero 831 CAI che a sale lievemente a mezza costa con bel panorama sull’orrido del Gallavesa. In breve raggiungiamo la Cappella della Madonna del Corno, a quota 610 metri.

Lasciata a destra la cappella votiva, pieghiamo nettamente a sinistra e, con l’aiuto delle mani, superiamo un brevissimo saltino roccioso che ci permette di addentrarci nel fitto del bosco. Il sentiero, più evidente man mano che si prosegue, fiancheggia subito una piccola cascina per poi proseguire con lieve pendenza passando sotto un ripetitore. Pieghiamo a destra sino a raggiungere un capanno da caccia. Proseguiamo mantenendoci verso destra e, con maggiore pendenza, raggiungiamo uno sperone roccioso altamente panoramico sulla Brianza.

Scattata qualche bella foto riprendiamo il cammino che ora si fa più lieve e quasi in falsopiano esce dal bosco e raggiunge una zona prativa a pochi metri dalla vetta del Monte Spedone. Proseguiamo in falsopiano su sentiero sempre ben segnato ed evidente. Man mano che si prosegue le indicazioni sono però sempre meno evidenti ed il sentiero sembra perdersi nella boscaglia. Ogni tanto qualche filetto in cellophane rosso e bianco appeso ai rami degli alberi indica la via da seguire.

Proseguiamo per almeno quattro chilometri e, verso quota 925 metri, incrociato un sentiero che scende nettamente a sinistra lo percorriamo per raggiungere il sottostante abitato di Nesolio. Ora non resta altro che prenderci il tempo necessario per una bella visita a questo caratteristico borgo in via di estinzione. Sono molte le abitazioni in stato di abbandono, alcune ridotte a veri e propri ruderi. Altre, come quella di Roberto e Stella, opportunamente ristrutturate sono veri gioiello che non ha perso quel fascino di un tempo.

Per il rientro non resta altro che percorrere la mulattiera che discende a Erve e raggiungere brevemente l’autovettura.

Gallery fotografica

Tracciato GPS
Non presente.
Scheda sintetica
Data 11 Dicembre 2012
Località partenza Erve
Sentieri utilizzati 831 CAI
Tempi percorrenza 3 ore circa (percorso ad anello)
Altitudine massima 980 metri
Attrezzatura Da escursionismo
Difficoltà E (Escursionistico)
Acqua sul percorso No
Note Nulla

Cristian

Adoro la montagna, risalire lentamente i suoi ripidi versanti, percorrere quei tortuosi sentieri tra fitti boschi ed ampie distese prative. Adoro tutto ciò che l'avvolge e la rende speciale: curiosi animali e coloratissimi fiori, antichi borghi e cadenti cascine abbandonate, il soffio del vento che fischia ai valichi tanto quanto la neve che - candida - cade lentamente, un improvviso temporale tanto quanto l'alba ed il tramonto. Con la fotografia m'illudo di rubare l'emozione di quel momento vissuto sui monti, un'emozione che però porterò sempre con me!

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