Monte Grignone – Invernale

Monte Grignone – Invernale

La Grigna Settentrionale, più comunemente conosciuta con il nome di Grignone, è la più alta vetta del gruppo delle Grigne, facilmente individuabile anche dalla pianura padana. La sua ascesa nel periodo estivo, nonostante l’enorme dislivello, è considerata una normale escursione mentre nel periodo invernale, con neve spesso ghiacciata, acquista notevoli difficoltà tali da definirla una facile ascensione alpinistica.

Descrizione del percorso

La premessa è d’obbligo: l’ascesa invernale al Grignone è da effettuarsi con ramponi (ed eventuale picozza) ed in buone condizioni d’allenamento poiché si sviluppa su circa 1600 metri di dislivello. Come sempre va valutato il grado di pericolosità delle valanghe e le previsioni meteo. Esattamente un anno fa, l’8 febbraio 2009, un’enorme valanga si staccò dalle pareti del Grignone e scese a valle sino a sfiorare  la zona del Pialeral. Ecco il video filmato dal rifugista del Pialeral.

L’avvio di questa spettacolare ascensione invernale avviene dalla Valsassina. Pochi chilometri dopo Ballabio, oltrepassato il distributore Tamoil, si imbocca a sinistra la via dei Grassi Lunghi (indicazione per il Rifugio Pialeral) sino a raggiungere, lungo la stretta e tortuosa strada, la chiesetta del Sacro Cuore ove è possibile parcheggiare l’autovettura.

Seguendo le indicazioni per il Rifugio Pialeral, risaliamo la carrareccia che, con costante pendenza, fiancheggia alcune caratteristiche abitazioni rurali per poi stringersi diventando un classico sentiero montano. Raggiunto il fitto bosco di faggi, seguendo le sempre presenti indicazioni, saliamo a zig-zag fino a raggiungere l’Alpe Cova, a quota 1301 metri. Poco oltre , lungo la mulattiera, troviamo il Rifugio Pialeral dove una breve sosta ci consente di ammirare a sinistra il gruppo delle Grigne mentre alla nostra destra il massiccio dello Zuccone Campelli.

Proseguiamo lungo la mulattiera sino ad oltrepassare il piccolo e caratteristico alpeggio. La pendenza si fa ora maggiore e, dall’ampio pianoro alle spalle delle abitazioni, seguendo l’indicazione per la via invernale del Grignone, dirigiamoci verso le baite Comolli. L’ampia visuale introduce quello che ci aspetterà fra poco ovvero la ripida salita sul cosiddetto muro, un pendio con inclinazione dal 35 al 45 %.

Raggiunta la zona dei Comolli, ripreso fiato e adeguatamente rifocillati, calziamo i nostri ramponi e, seguendo l’evidente traccia sicuramente già lasciata da altri escursionisti, iniziamo la salita del tratto più impegnativo. Un tratto ripido con inclinazioni sino al 45 % che, con molta fatica, necessiterà di un’ora abbondante per essere risalito. Ad indicare la via anche alcuni picchetti posti a distanza l’uno dall’altro.

Giunti in cresta la fatica è ampiamente ripagata dallo spettacolare panorama circostante. Procediamo a sinistra verso la cima prestando sempre la massima attenzione poiché da un lato avremo lo strapiombo, con le scenografiche cornici di neve, mentre alla nostra sinistra il ripido pendio. Continuando lungo la panoramica cresta affrontiamo un secondo tratto in lieve pendenza supportato dalla presenza di un cavo metallico ad indicarne la via. In breve raggiungiamo la cima, a quota 2410 metri, sulla quale svetta la croce metallica e, poco più sotto, il Rifugio Brioschi, normalmente aperto in inverno il mercoledì ed i fine settimana ma che, straordinariamente, vista la presenza in vetta del rifugista, era aperto anche quest’oggi. Non male visto che ho potuto riscaldarmi con un ottimo brodo caldo in compagnia del simpatico rifugista.

Gallery fotografica

Tracciato GPS
Non disponibile.
Scheda sintetica
Data dell’escursione 8 Febbraio 2010
Località di partenza Ballabio, Colle Balisio
Sentieri utilizzati Non indicato
Tempi di percorrenza 4 ore circa
Altitudine massima 2409 metri
Attrezzatura Da escursionismo + ramponi
Difficoltà EE (Escursionisti esperti) – F (Alpinistico)
Acqua sul percorso Presso il Rifugio Brioschi, se aperto
Note Escursione invernale

Cristian

Adoro la montagna, risalire lentamente i suoi ripidi versanti, percorrere quei tortuosi sentieri tra fitti boschi ed ampie distese prative. Adoro tutto ciò che l'avvolge e la rende speciale: curiosi animali e coloratissimi fiori, antichi borghi e cadenti cascine abbandonate, il soffio del vento che fischia ai valichi tanto quanto la neve che - candida - cade lentamente, un improvviso temporale tanto quanto l'alba ed il tramonto. Con la fotografia m'illudo di rubare l'emozione di quel momento vissuto sui monti, un'emozione che però porterò sempre con me!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *