Sentiero delle Casere da Mezzoldo

Sentiero delle Casere da Mezzoldo

L’appuntamento è come sempre nelle vicinanze del Rifugio Madonna delle Nevi, appena oltre la frazione di Ponte dell’Acqua in Mezzoldo. L’amico, anzi – il fedele amico – non si fa attendere; pochi istanti dopo aver parcheggiato l’auto, imboccato il sentiero, eccolo sbucare alle mie spalle. Freme dalla voglia di muovere le sue quattro zampette sulla prima neve autunnale.

L’ambiente tutt’attorno è straordinario: i caldi colori autunnali cedono dolcemente il passo alla prima candida neve caduta nei giorni scorsi e, complice, la presenza del mio compagno di viaggio, vengo catapultato in un altro mondo: pare quasi di rivivere il film “Il grande Nord”. Certo, il mio compagno di viaggio non è un husky e non traina alcuna slitta.

Io, per fortuna, non sprofonderò nelle acque gelide di un lago ghiacciato come il protagonista del film. La nostra, sarà solo una divertente escursione dal sapore invernale lungo un facile itinerario ad anello: il “Sentiero delle Casere”. Dimenticavo un particolare ? …non ve l’ho detto ? …il fedele amico è proprio lui Spike. Chi ha percorso qualche sentiero in queste zone saprà che sto parlando di un cagnolino veramente eccezionale; si aggrega al primo escursionista del mattino e non lo molla sino al ritorno, pare quasi che quando ti precede nel cammino, conosca già la tua destinazione.

Descrizione del percorso

Come appena detto, il punto di partenza di quest’escursione partenza è proprio nei pressi del rifugio Madonna delle Nevi. Pertanto, parcheggiata l’auto nell’area antistante il campetto di calcio del rifugio, scendiamo nella vicina area prativa, denominata “pià dè la rasga”, dove, in corrispondenza del ponte in legno, sono presenti le prime indicazioni sentieristiche con tanto di pannello che riporta l’intero itinerario. Attraversato il ponte, proseguiamo brevemente verso nord sino al secondo ponticello sulla nostra destra che, attraversato anch’esso, ci conduce all’interno del fitto bosco.

Proseguiamo ora su classico sentiero montano che si alza costantemente sino a sbucare sulla larga mulattiera contraddistinta dal sentiero 115 CAI proveniente da Ponte dell’Acqua. Risaliamo comodamente la mulattiera, tagliando ove le indicazioni del sentiero ci consentono di attraversare nuovamente il bosco ed abbreviare di poco il percorso, sino a raggiungere il torrente che scende dalla Val Terzera. Attraversato quest’ultimo, in corrispondenza di altre indicazioni sentieristiche, pieghiamo verso destra sino a raggiungere l’ampio pianoro pascolivo ove è ubicata la Casera Terzera, prima tappa di questo bucolico itinerario ad anello. Proseguendo verso nord il sentiero conduce sino al Passo San Simone ed alla deviazione per il Monte Cavallo; noi pieghiamo verso sinistra risalendo i ripidi prati, sino a raggiungere il visibile ricovero animali.

Sentiero delle Casere
Sentiero delle Casere

Continuiamo lungo il sentiero che risale a sinistra del ricovero animali sino ad addentrarci nuovamente nel fitto bosco. Poco oltre, tornati in spazi più aperti, percorriamo un breve tratto ripido che ci consente di raggiungere il panoramico pianoro erboso dove sorge la Baita di Costa Piana, a quota 1719 metri. Vale la pena fermarsi un poco in questo incantevole luogo ove tutt’attorno spuntano le belle cime innevate dalla prima neve autunnale: il monte Cavallo, la cima Siltri, il monte Azzaredo, il monte Fioraro-Azzarini, il pizzo delle Segade.

Terminata la breve pausa, riprendiamo il cammino verso destra e, oltrepassata la baita di Costa Piana, scendiamo lungo sul sentiero che si inserisce nuovamente nel fitto bosco imbiancato, reso oggi magico dall’atmosfera invernale. Attraversato questo tratto nel bosco, che si mantiene quasi sempre in falsopiano, raggiungiamo una zona più aperta ove è posta la bianca Casera Siltri, a quota 1725 metri. Anche questo luogo merita una breve sosta tesa ad ammirare l’infinita distesa bianca che poi percorreremo verso il lago di Cavizzola mentre osservando verso valle è possibile notare lo zigzagare della strada provinciale che sale verso il Passo San Marco.

Si riparte, ora lungo il segnavia 111 CAI, attraversando l’ampio e panoramico pianoro. Successivamente il sentiero prende nuovamente pendenza e risale, a volte con ampi zig zag, sino a raggiungere il bivio col sentiero 101 CAI proveniente a destra dalla Forcella Rossa. Questa breve deviazione rispetto al Sentiero delle Casere ci consente di raggiungere il grazioso laghetto di Cavizzola, incastonato in un ambiente appartato e solitario. Percorriamo ora a ritroso un breve tratto del sentiero percorso per poi proseguire in discesa verso la sottostante baita Cavizzola, a quota 1800 metri.

Seguendo le indicazioni, proseguiamo questo lungo falsopiano che attraversa oltre a tratti di fitto bosco anche alcuni esigui corsi d’acqua che scendono a valle. Raggiunto un dosso erboso altamente panoramico, pieghiamo a destra poco prima di un locale in legno ove arrivano i cavi di un teleferica. In breve raggiungiamo l’ultima tappa di questo percorso ovvero la Casera Azzaredo. Ritornati al punto di arrivo della teleferica, proseguiamo lungo il sentiero che scende a sinistra e con ampi zig zag raggiunge il punto di partenza e quindi il rifugio Madonna delle Nevi.

Gallery fotografica

Tracciato GPS
Non disponibile.
Scheda sintetica
Data dell’escursione 17 Ottobre 2012
Località di partenza Mezzoldo, Rifugio Madonna delle Nevi
Sentieri utilizzati CAI 115, 111, 101
Tempi di percorrenza 4 ore circa (percorso ad anello)
Altitudine massima 1800 metri della baita Cavizzola
Attrezzatura Da escursionismo
Difficoltà E (Escursionistico)
Acqua sul percorso Si
Note Nulla

Cristian

Adoro la montagna, risalire lentamente i suoi ripidi versanti, percorrere quei tortuosi sentieri tra fitti boschi ed ampie distese prative. Adoro tutto ciò che l'avvolge e la rende speciale: curiosi animali e coloratissimi fiori, antichi borghi e cadenti cascine abbandonate, il soffio del vento che fischia ai valichi tanto quanto la neve che - candida - cade lentamente, un improvviso temporale tanto quanto l'alba ed il tramonto. Con la fotografia m'illudo di rubare l'emozione di quel momento vissuto sui monti, un'emozione che però porterò sempre con me!

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