Rifugio Rino Olmo da Valzurio
Il sentiero che da Valzurio conduce al rifugio Rino Olmo è quello che ti aspetti, un classico sentiero di montagna: la sua pendenza è graduale e ti sfianca dolcemente, si passa dalla frescura del bosco in bassa quota ad ampie zone aperte e soleggiate più si sale di quota, non vedi la meta sin quando, stremato e tutto sudato, non te la trovi davanti agli occhi una volta che l’ha raggiunta.
Ma il bello di tutto ciò, è che fatica, sudore ed impegno, seppur hanno contribuito a realizzare il tuo sogno, passano immediatamente in secondo piano rispetto all’immensamente bello di ciò a cui ti trovi difronte.
Descrizione del percorso
Partenza dal parcheggio sterrato posto appena oltre il borgo di Spinelli, frazione di Oltressenda Alta dove, lasciata l’autovettura, imbocchiamo il segnavia 340 CAI con direzione Rifugio Rino Olmo.
Il sentiero si infila subito nella frescura del fitto bosco e fiancheggia, appena più alto, il corso del torrente Ogna, il torrente azzurro, che con il fragore delle sue acque ci accompagnerà per almeno un’oretta.
Mai troppo impegnativo, il largo sentiero sterrato si alza dolcemente ed in circa un’ora di buon cammino raggiunge, poco oltre una baita posta a sinistra dalla quale è già possibile ammirare le bellissime baite del Moschel, il bivio sentieristico per il rifugio Rino Olmo.
Tralasciata l’indicazione a sinistra verso le baite del Moschel, prendiamo verso destra ed iniziamo ora la bella e faticosa salita a zig zag che pian piano ci avvicina sempre più ai contrafforti delle Creste di Bares.
In circa mezz’ora di bella sudata, ecco raggiunto il panoramico balcone del belvedere Michela dal quale, nella frescura delle fronde degli alberi, possiamo ammirare le sottostanti baite di Moschel, il monte Timogno e la Cima Benfit. Proseguiamo, manca davvero poco!
Ora il sentiero si allunga pianeggiante ed in lieve discesa ma, poco dopo, superata una fonte d’acqua fresca ed il bivio per il rifugio Albani, riprende vigore ed aumenta la sua pendenza immergendosi in un ambiente più severo ed alpino dove fanno capolino alcuni pini mughi e colorati cespugli di rododendro. La fatica è però allietata dalla visione della Presolana che pian piano si mostra davanti a noi, sino ad esplodere in tutta la sua bellezza quando, fiera, esibisce la severa parete dolomitica. Siamo ormai siamo prossimi alla meta!
Ancora un ultimo sforzo, l’ambiente è ora ampio e panoramico. Il rifugio, a pochi passi da noi, è subito raggiunto, manca solo una toccata fuga alla vicina madonnina che domina la conca dove è adagiato il rifugio alpino e dalla quale, a bocca aperta, possiamo finalmente ammirare il superlativo panorama dolomitico che ci regala la nostra Regina delle Orobie, la Presolana!