Tramonto sul Pizzo Formico e sulla Montagnina

Tramonto sul Pizzo Formico e sulla Montagnina

Una facile escursione che dura almeno tre ore, lungo un giro ad anello poco impegnativo che non solca i soliti sentieri, per vivere quell’attimo, lo straordinario passaggio – fatto di pochi minuti – in cui la luce cede il passo alle tenebre: il tramonto. Un attimo, fatto veramente di pochi minuti, in cui il giorno esplode e s’infuoca, di colori e d’emozioni, prima di lasciarsi soffocare da buio totale.

Partenza dal Monte Farno, raggiungibile da Barzizza di Gandino percorrendo la lunga strada con diversi tornanti che ci porta sino a quota 1250 metri. Lasciata l’autovettura dopo la ex Colonia, in uno degli ampi parcheggi alla nostra sinistra, proseguiamo brevemente a piedi lungo la strada asfaltata che raggiunge le indicazioni sentieristiche poste prima del Rifugio Monte Farno, in corrispondenza di una vecchia ruota in legno simbolo del tempo passato. Tralasciato il classico e scontato sentiero che a sinistra porta direttamente alla Montagnina ed al Pizzo Formico, pieghiamo a destra imboccando il segnavia 549A che porta sino alla Tribulina Guazza.

Descrizione del percorso

Superate le ultime abitazioni, la breve ma ripida strada sinora percorsa si spiana e diviene quindi un classico sentiero montano. Proseguiamo lungo il segnavia 549A CAI che, pressochè sempre pianeggiante, prosegue lambendo i versanti della Montagnina sino a raggiungere (…dopo quasi un’ora di cammino) l’ampio balcone panoramico della Tribulina Guazza con tanto di bella croce su Gandino e, poco distante, il piccolo ma accogliente bivacco intitolato a Dante Baroncelli, curato dal CAI Valgandino. Ci troviamo a quota 1280 metri.

Lasciato questo sereno luogo montano, proseguiamo alle spalle del bivacco Baroncelli per riprendere il sentiero che, con lieve pendenza, raggiunge – dopo poche decine di metri – un primo bivio sentieristico.

Lasciata a sinistra la deviazione per la vicina Baita Guazza ed il visibile Pizzo Formico, pieghiamo a destra per risalire, poco oltre, gli ampi spazi delle colline innevate sino a giungere, con non poca fatica, alla sommità dalla Montagnina dalla quale scenderemo poi brevemente sino al rifugio Parafulmen.

Una volta giunti al Rifugio Parafulmen, scendiamo, senza invadere le piste da fondo, con direzione del Pizzo Formico. Giunti sulla strada innevata ai piedi del versante sud del Pizzo Formico, in corrispondenza delle indicazioni sentieristiche, imbocchiamo il sentiero che con lieve pendenza sale verso destra sino a giungere alla Forcella Larga, ove sono presenti i resti della Capanna Ilaria e dove giunge il sentiero proveniente da San Lucio di Clusone.

Lasciati a destra i resti della Capanna Ilaria, pieghiamo a sinistra salendo con lieve pendenza verso la cima del Pizzo Formico. E’ proprio in questo frangente che, d’improvviso, il cielo si colora di rosso infuocando le bianche dune della Montagnina. Uno sguardo alle spalle, ed anche la Regina delle Orobie, la Presolana, si veste con l’abito rosso.

Una volta giunti al Rifugio Parafulmen, scendiamo, senza invadere le piste da fondo, con direzione del Pizzo Formico. Giunti sulla strada innevata ai piedi del versante sud del Pizzo Formico, in corrispondenza delle indicazioni sentieristiche, imbocchiamo il sentiero che con lieve pendenza sale verso destra sino a giungere allaForcella Larga, ove sono presenti i resti della Capanna Ilaria e dove giunge il sentiero proveniente da San Lucio di Clusone.

Lasciati a destra i resti della Capanna Ilaria, pieghiamo a sinistra salendo con lieve pendenza verso la cima del Pizzo Formico. E’ proprio in questo frangente che, d’improvviso, il cielo si colora di rosso infuocando le bianche dune della Montagnina. Uno sguardo alle spalle, ed anche la Regina delle Orobie, la Presolana, si veste con l’abito rosso.

Pochi istanti, il tempo di raggiungere la vetta con ripidi zig zag, e tutto ora è in mano alle tenebre. Sulla cima del Pizzo Formico, a quota 1636 metri, tira un forte vento freddo. Rimane solo il tempo di qualche scatto panoramico, soprattutto verso ovest ove, all’orizzonte, si vede distintamente la piramide del Monviso.

Per il ritorno non rimane altro che discendere il sentiero 542 CAI verso il poco estetico paravento, sino a raggiungere una piccola pozza ghiacciata contornata da uno steccato in legno e quindi far rientro al punto di partenza. Nel buio quasi completo, il panorama lo compongono ora di luci artificiali provenienti dalla Valle Seriana, che con le scie luminose lasciate dalle autovetture e l’illuminazione delle case e delle vie compongono il susseguirsi di paesi che si allunga verso l’infinita pianura.

Gallery fotografica

Tracciato GPS
Non disponibile.
Scheda sintetica
Data escursione 5 Febbraio 2013
Località partenza Gandino, Monte Farmo
Sentieri utilizzati 549A – 549 – 542  CAI
Tempi percorrenza 3 ore e mezza ore circa
Altitudine massima 1636 metri
Attrezzatura Da escursionismo + ciaspole
Difficoltà EAI (Escursionismo in Ambiente Innevato)
Acqua sul percorso Si, presso i rifugi se aperti
Note I tempi di percorrenza sono personali e si riferiscono al percorso ad anello

Cristian

Adoro la montagna, risalire lentamente i suoi ripidi versanti, percorrere quei tortuosi sentieri tra fitti boschi ed ampie distese prative. Adoro tutto ciò che l'avvolge e la rende speciale: curiosi animali e coloratissimi fiori, antichi borghi e cadenti cascine abbandonate, il soffio del vento che fischia ai valichi tanto quanto la neve che - candida - cade lentamente, un improvviso temporale tanto quanto l'alba ed il tramonto. Con la fotografia m'illudo di rubare l'emozione di quel momento vissuto sui monti, un'emozione che però porterò sempre con me!

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