Zucco Barbesino (quasi)
La rinuncia è uno dei primi insegnamenti della montagna. A volte può capitare per un improvviso temporale, un sentiero franato, oppure, come quest’oggi, a causa della prima neve in quota che nasconde sotto di sé l’insidia del ghiaccio e non mi consente, in sicurezza, di proseguire verso la meta.
La rinuncia è un boccone amaro non sempre facile da ingoiare, soprattutto quando accade a pochi metri dalla meta e, magari, come quest’oggi, in una bella giornata di sole. Da tempo, però, ho imparato che la rinuncia è qualcosa che mi spinge a riprogrammare l’escursione per tornare, ancora una volta, in quello stesso luogo tanto desiderato, sicuro che la montagna si farà finalmente conquistare.
Descrizione del percorso
Partenza da Ceresola di Valtora dove, lasciata l’autovettura nell’ampio parcheggio, imbocchiamo la strada asfaltata verso i Piani di Bobbio. La salita è comoda e molto facile anche se dopo i primi tornanti è possibile abbandonare la strada e prendere il sentiero che, salendo dritto per dritto, raggiunge velocemente i Piani di Bobbio.
Raggiunti i Piani, proseguiamo lungo la strada sterrata sino al rifugio Lecco per la meritata sosta che ci consente di ammirare tutta la bastionata dolomitica dello Zuccone Campelli e dello Zucco di Pesciola.
Lasciato a destra il rifugio Lecco, pieghiamo a sinistra e risaliamo la bitumata che passa sotto la seggiovia dei camosci che fiancheggia lo Zucco Barbesino; raggiunta la stazione alta della seggiovia, pieghiamo a sinistra e risaliamo lungo il sentiero che con qualche zig zag raggiunge l’orlo di una grande dolina che fiancheggeremo sulla destra; arrivati all’estremo opposto, proseguiamo lungo il sentiero che s’infila tra rocce calcaree con tratti più o meno ripidi. Mi fermo qui, su quel bel pulpito che mi consente di ammirare il panorama sulla conca ove è adagiato il rifugio Lecco; il restante tratto di sentiero che mi divide dalla vetta non è percorribile in sicurezza a causa del ghiaccio, sarà per la prossima volta.