Pizzo Arera dalla cresta est

Pizzo Arera dalla cresta est

La scorsa settimana, dalla cima dell’Alben, avevo più volte rivolto lo sguardo (…e l’obiettivo) verso la meta di oggi: il gigante dall’aspetto dolomitico, il Pizzo Arera. Già più volte risalito nel corso di quest’ultimi anni, oggi decido di raggiungerne la cima da un itinerario un po’ insolito e poco frequentato ma divertente e dai panorami incantevoli: il Pizzo Arera dalla cresta est. Un itinerario più lungo rispetto alla classica via normale che porta in vetta, e che poi utilizzerò per la discesa. Infatti, dalla Capanna 2000 occorre percorrere il lungo traverso della parete sud, marciando sul segnavia 244 con direzione della cima di Valmora; poco prima della forcella omonima, in concomitanza di una piccola croce, si piega a sinistra dove inizia l’aerea e panoramica cresta est, sino al culmine a quota 2512 metri di altitudine. Un’escursione di sicuro divertimento e non poca fatica, quest’ultima alleviata dalla simpatia di Marco, mio compagno di escursione.

Descrizione del percorso

Il primo tratto di sentiero è quello classico che dal rifugio Saba (…ora raggiungibile in auto salendo da Plassa d’Arera) prosegue facilmente sino al Rifugio Capanna 2000 (40 minuti dalla partenza). Alle spalle del rifugio, salendo di poco i ripidi pratoni, in corrispondenza di alcune indicazioni sentieristiche poste su pannelli in legno, imbocchiamo verso destra il sentiero 244 CAI, con indicazione verso la cima di Valmora e Periplo dell’Arera. In questo stesso punto, proseguendo invece verso nord, ha inizio la via normale per l’ascesa al Pizzo Arera che utilizzeremo per il ritorno. Il sentiero 244 CAI prosegue senza particolari difficoltà attraversando, quasi sempre in falsopiano, il versante sud dell’Arera, sino ai primi tratti attrezzati con catene che consentono di superare i tratti più malagevoli. Nel periodo estivo la zona si colora di ricche fioriture e di meravigliosi bouquet di stelle alpine.

Superati ben quattro tratti con catene, raggiungiamo una piccola croce in metallo, posta al culmine di una grossa roccia sporgente; difronte a noi svetta l’imponente cima di Valmora. Proseguiamo lungo il facile sentiero ancora per pochissimi metri e, nel punto che riteniamo più opportuno, risaliamo a sinistra i ripidissimi pratoni della dorsale est dell’Arera. In questo non facile tratto si prende occorre scegliere la via migliore su tracce di sentiero appena visibili nell’erba. Si sale, a volte anche con l’aiuto delle mani, sino ad una zona detritica con ampio ghiaietto ove troveremo i classici bolli rossi da seguire. Un lungo traversone leggermente in salita sullo sdrucciolevole sentiero, ci permette di raggiungere un ampia sella rocciosa dalla quale il panorama già spazia a trecentosessantagradi. Un ultimo sforzo per vincere tra facili roccette quest’ultimo dislivello ed eccoci sulla parte sommitale dell’Arera. Ancora poche decine di metri verso la già visibile croce di vetta ed il Pizzo Arera è conquistato.

Il rientro è consigliabile per la classica via normale che, passando per un breve canalino attrezzato con catena e scaletta metallica, conduce infine sino al rifugio Capanna 2000.

Gallery fotografica

Tracciato GPS
Non disponibile.
Scheda sintetica
Data dell’escursione 24 Agosto 2012
Località di partenza Plassa d’Arera, Zambla Alta di Oltre il Colle
Sentieri utilizzati CAI 221 – 244
Tempi di percorrenza 3 ore e mezza
Altitudine massima 2512 metri
Attrezzatura Da escursionismo
Difficoltà EE la salita lungo la cresta Est – I (Alpinistico)
Acqua sul percorso Solo al rifugio Capanna 2000
Note Scarse tracce del sentiero lungo la cresta Est

Cristian

Adoro la montagna, risalire lentamente i suoi ripidi versanti, percorrere quei tortuosi sentieri tra fitti boschi ed ampie distese prative. Adoro tutto ciò che l'avvolge e la rende speciale: curiosi animali e coloratissimi fiori, antichi borghi e cadenti cascine abbandonate, il soffio del vento che fischia ai valichi tanto quanto la neve che - candida - cade lentamente, un improvviso temporale tanto quanto l'alba ed il tramonto. Con la fotografia m'illudo di rubare l'emozione di quel momento vissuto sui monti, un'emozione che però porterò sempre con me!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *