Pizzo della Presolana

Pizzo della Presolana

Il Pizzo della Presolana con i suoi 2521 metri di altitudine non è la più alta vetta delle Orobie. Ciononostante, questo imponente blocco calcareo incastonato come un gioiello nei verdi prati fra val Seriana e val di Scalve ha da sempre attratto numerosi alpinisti, sin dal 1870 quando per la prima volta la sua vetta occidentale fu raggiunta da Carlo Medici, Federico Frizzoni ed Antonio Curò.

Verticale ed austera nella sua parete nord, ove si sviluppano numerose vie di arrampicata, la Presolana si mostra invece più dolce ed accomodante lungo il versante sud ove si inerpica anche la via normale di salita. Una vetta importante, forse la più conosciuta vetta orobica, alla quale, non a caso, è stato attribuito il titolo di Regina delle Orobie.

Descrizione del percorso

Per raggiungere la cima occidentale del Pizzo della Presolana, ovvero la più alta fra le cime di questo bastione orobico, occorre raggiungere l’Hotel Spampatti presso il Passo della Presolana dove, parcheggiata l’autovettura, imbocchiamo il sentiero che conduce velocemente alla Baita Cassinelli. Raggiunto quest’ultimo, proseguiamo immergendoci nella la verdeggiante Valle dell’Ombra e seguendo il sentiero che sfiora le pendici della parete sud della Presolana raggiungiamo la caratteristica Cappella Savina (circa 2 ore dalla partenza).

Pizzo della Presolana
Pizzo della Presolana: la baita Cassinelli

Dopo una breve sosta che ci consente di contemplare il panorama verso il Pizzo Corzene ed il Passo Pozzera, proseguiamo lungo il sentiero quasi pianeggiante che fiancheggia un primo ghiaione che scende dalle pendici della Presolana. Proseguiamo in piano ancora un poco e, in prossimità di un’enorme dosso roccioso che si presenta poco più avanti, pieghiamo a destra risalendo un secondo ripido ghiaione che in breve conduce alla Grotta dei Pagani. Qui occorre prestare la massima attenzione ad eventuali scariche di detriti dall’alto poiché la via normale si inerpica proprio sopra la Grotta dei Pagani.

Pizzo della Presolana
Pizzo della Presolana: la grotta dei Pagani

Inizia ora il tratto che richiede maggior impegno ed attenzione. Indossato il caschetto protettivo, risaliamo a destra della Grotta dei Pagani le facili roccette che in breve ci portano a raggiungere la parte bassa di un’enorme grotta. Seguendo i bolli rossi, proseguiamo quasi in semicerchio verso sinistra, sino a raggiungere uno stretto caminetto appigliato che ci permette di raggiungere uno sperone roccioso. Oltre questo sperone, attraverso un breve spezzone di catena, oltrepassiamo un salto roccioso sino ad inerpicarci lungo una breve paretina verticale. La particolare conformità della roccia ci consente comunque di avere buoni e sicuri appigli per raggiungere la sommità di questa paretina e sbucare su una parte piana tra roccette ed erba.

Pizzo della Presolana
Pizzo della Presolana

Proseguiamo, aiutandoci con le mani, lungo un tratto più facile che in breve ci porta sino ad una larga cengia rocciosa che percorreremo sino ad un impervio canalone che risale verso destra (attenzione a non proseguire oltre lungo la cengia). Seguendo i numerosi bolli, superiamo una paretina rocciosa ben appigliata (max II° grado) e continuiamo lungo il canalone ora con minore pendenza. Facendo attenzione a non smuovere sassi che possono rotolare a valle, si raggiunge l’aerea cresta rocciosa. Pieghiamo a destra ed in breve giungiamo alla grande croce di vetta, a quota 2521 metri.

Gallery fotografica

Tracciato GPS
Non disponibile.
Scheda sintetica
Data dell’escursione 24 Agosto 2011
Località di partenza Castione della Presolana, passo della Presolana
Sentieri utilizzati 316 CAI (parte iniziale)
Tempi di percorrenza 3 ore e mezza circa
Altitudine massima 2521 metri
Attrezzatura Da escursionismo + caschetto
Difficoltà EE (Escursionisti esperti) – II (Alpinistico)
Acqua sul percorso Presso la Baita Cassinelli
Note Eventuale cordino

Cristian

Adoro la montagna, risalire lentamente i suoi ripidi versanti, percorrere quei tortuosi sentieri tra fitti boschi ed ampie distese prative. Adoro tutto ciò che l'avvolge e la rende speciale: curiosi animali e coloratissimi fiori, antichi borghi e cadenti cascine abbandonate, il soffio del vento che fischia ai valichi tanto quanto la neve che - candida - cade lentamente, un improvviso temporale tanto quanto l'alba ed il tramonto. Con la fotografia m'illudo di rubare l'emozione di quel momento vissuto sui monti, un'emozione che però porterò sempre con me!

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